lunedì 31 marzo 2014

Come tu mi vuoi [moda+cinema]

Apro la settimana con un film che sarà trasmesso in TV giovedì prossimo: "Come tu mi vuoi", commedia leggera dal retrogusto amarognolo, opera prima del giovane regista Volfango De Biasi.

"Come tu mi vuoi", regia di Volfango De Biasi (2007)
In onda giovedì 3 aprile su La5 alle ore 21.10


Giada (Cristiana Capotondi) è una studentessa universitaria bruttina e secchiona dalle chiare idee anticonformiste. Riccardo (Nicolas Vaporidis), suo compagno di corso, è un ricco e viziato figlio di papà, vuoto e superficiale, che allo studio preferisce le feste nei locali più alla moda della città. Il padre di Riccardo gli lancia un ultimatum: o passi gli esami o non vedi più un quattrino. Il ragazzo si vede costretto a prendere ripetizioni - da Giada - ed è così verme che pur di avere uno sconto sulla tariffa mette in scena un finto innamoramento per lei. Giada ci casca e quando salta fuori la verità prende una decisione drastica: "cambierò il mio aspetto per seguire i tuoi canoni estetici, diventerò come tu mi vuoi". E, con l'aiuto di un'annoiata amica snob in vena di creatività, Giada si trasformerà da brutto anatroccolo a... perfetta oca.

Per la prima volta il film che vi segnalo non mi è piaciuto per il messaggio che trasmette.
E' stato comunque interessante da vedere, molti dei detrattori dei film "adolescenzial-italioti" storcerebbero il naso, ma a mio avviso l'idea di De Biasi era buona e originale. Gli spunti di riflessione sono tanti: quanto siamo disposti a cedere nelle nostre convinzioni per assecondare gli altri? Si può cambiare per amore? L'abito fa il monaco? Chi disprezza compra? L'unione fa la forza? (no vabbè lasciate perdere l'ultimo, mi son lasciata prendere dalla sequela di proverbi ;)
Riporto lo stralcio del giudizio di un utente di Film TV perchè non saprei spiegare meglio le mie sensazioni dopo i titoli di coda:
"Il film, in quanto prodotto per la massa, giustifica l'esistenza della moda di massa, degli status symbol, del culto dell'apparenza come uno strumento arrivistico per raggiungere i propri obiettivi. 
La protagonista che all'inizio del film vanta di avere degli ideali, non ci pensa su due volte a calpestarli e il riassunto di tutto è: l'animo umano è corruttibile. Bella scoperta! E il secondo messaggio che viene lanciato è che chi decide di stare fuori dalla massa e la giudica e la critica lo fa perché non può permettersi quello che si permettono gli altri."

La moda quindi c'entra eccome, anche se stavolta nella sua faccia che amo di meno: il suo essere mera superficie, ostentazione, fashionismo come status symbol e biglietto da visita per accedere al "gruppo che conta". Significativa la trasformazione di look di Giada/Cristiana Capotondi (a mio avviso una bellissima attrice), che potete vedere nelle anteprime di seguito; nel film lo noterete molto di più, seguendo passo passo il cambiamento impostole (?) dalla sua "maestra di stile". Confido che i miei lettori siano tutti più che adolescenti e quindi, per concludere, mi sento di consigliarvi un'occhiata smaliziata a questo film... che su animi più gggiovani potrebbe essere deleterio. Buona visione, ora e giovedì!












12 commenti:

  1. Ne avevo visto un pezzo, ma non mi aveva particolarmente colpita, comunque penso anch'io che la Capotondi sia una brava attrice

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    1. Sì, infatti io l'avevo visto al cinema proprio perchè c'era la Capotondi. Non ti sei persa granchè ;) Secondo me lo spunto era interessante ma non si capisce bene cosa vuole dimostrare il regista, per come l'ha realizzato.

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    2. Forse non lo sapeva nemmeno il regista, i film di De Biasi non mi piacciono molto...

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  2. Questo film l'ho visto al cinema e non mi era piaciuto un gran che, sembra quasi che se hai delle idee 'anti-conformiste', o solo femministe, devi per forza essere una racchia e/o non essere interessata alla moda, però pensavo di essere l'unica ad aver storto il naso su questo punto... Invece leggendo varie recensioni un po' dappertutto ho visto che anche altri l'hanno trovato pressappochista, mi sono sentita meno 'sola'! :P
    Poi non so, forse è colpa della sceneggiatura, ma a me la crescita dei protagonisti è sembrata forzata al massimo... Lei che in poco tempo si trasforma da bruttona a tizia che la darebbe ai professori per un buon voto (ma non era una secchiona già di suo?), e lui che passa da superficialotto d'alto borgo a innamorato dai puri sentimenti, pronto a riavere la ragazza pure da cessa se serve ad averla... Ok è un film, ma non mi ha comunque convinto molto la dinamica!

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    1. Del tutto d'accordo con te, Maria. Anch'io l'avevo visto con una mia amica al cinema, ci incuriosiva essendo un regista nuovo e inoltre alla mia amica piace particolarmente la Capotondi perciò eravamo partite bene... Alla fine a lei il film non è dispiaciuto, ricordo che ne avevamo discusso; a me ad esempio è sembrato che lui non cambiasse più di tanto, o forse sì interiormente, ma come dici tu non in modo realistico... Se poi si voleva fare come la storia di "Richetto dal ciuffo" (non so se hai presente, ecco quella sì che una bella favola in tema), allora lei doveva essere la bruttina che per amore diventava bella e lui lo sciocco che diventava profondo; ma qui succede che lei cambia anche dentro, stravolge completamente se stessa. Come dici tu, sembra che una non possa essere un minimo curata e carina senza allo stesso tempo perdere interesse per le cose più serie e le cause in cui crede (e viceversa).

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  3. E' giusto analizzare anche film che non sono piaciuti molto, Kika...anzi, forse sarebbe più corretto analizzare spesso quelli, perché sono ad ogni modo prodotti di una certa "cultura" (positiva o negativa che sia, in fase di analisi andrebbe valutata solo per il fatto che esiste) e poi soprattutto perché qualsiasi opera di finzione filmica è portatrice di messaggi, di visioni del mondo oppure di pretese di farci vedere il mondo in un certo modo...

    Poi capita che questi film siano facilmente smontabili e demolibili :-) perché si basano spesso su meccanismi narrativi sempliciotti ed "abbindola-gonzi" :-)...ad esempio, basterebbe un'osservazione di base a far crollare questo film come un castello di carte: nella realtà, le donne brutte sono purtroppo brutte e nemmeno Mandrake riuscirebbe a trasformarle in Cristina Capotondi :-)...

    Poi per il resto, non ho visto il film, e già per questo dovrei tacere, ma dalle tue parole, mi sono fatto una mezza idea...magari ci do un'occhiata, giovedì, ma è che mi spiacerebbe perdermi qualche sana litigata di politici da Santoro :-D...che poi faccio confusione tra le due cose e mi vengono in mente trame alternative...tipo lei che si rende conto di aver perso solo del tempo correndo dietro al “bel vaporizzatore” :-) e si butta su un altro compagno di università politicamente impegnato nel gruppo degli studenti marxisti-leninisti-zapatisti-insurrezionalisti-piastrellisti :-) poi lei, per rifarsi di tutto il periodo in cui era infatuata del “bellissimo”, lo invita al cinema a vedere un film tratto dall'ultimo libro di Moccia, ma è un trabocchetto: il povero si ritrova nel bel mezzo di un cineforum che prevede la visione coatta di tutta la filmografia di Friedrich Wilhelm Murnau, Sergej Michajlovič Ėjzenštejn e Robert Wiene :-)...ovviamente la storia sfuma sul finale con la celebre inquadratura della carrozzina che precipita dalle scale :-)...mentre già all'orizzonte si profila una terribile discussione collettiva sule implicazioni storico sociali gastronomiche delle pellicole viste, a cura del professor Guidobaldo Maria Riccardelli :-)

    L'ultima cosa, Kika, e poi chiudo il rubinetto delle vaccate :-) quando sei partita con i proverbi, credevo che andassi a finire sul “gatto di stabilità” :-)

    Ciao Kika, perdona la mia stupidità :-)

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    1. ahahaha!!! il tuo 'film' santorian-mocciano-ejsensteiniano mi sembra molto più divertente dell'originale! quantomeno non è "una ca..ata pazzesca"! :'DDD
      Comunque che trappolone, chiamare un tizio a vedere moccianate e proporgli un cineforum di russi e espressionisti!! :DD
      (autoGOOOOOL!!)

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    2. Ehehehhehe :-) lieto di averti fatto fare qualche sorriso, Frida :-)...ho scherzato un po', ma in generale sono convinto che sia sempre utile stare attenti un po' a tutte le "forme espressive" che ci vengono propinate...è sempre un ottimo terreno di allenamento per il proprio senso critico e poi non è detto che anche nelle opere meno pretenziose, a volte non si celi qualcosa di ben fatto, o piccole sorprese di una qualche valenza poetica...

      Come dicevo, questo film non l'ho visto e quindi non dovrei permettermi di giudicarlo a priori, ma mi fido della mia collega Kika :-) che ha delineato bene limiti e caratteristiche della pellicola...poi, se uno è veramente super scettico, può fare così: il film se lo guarda, e se veramente lo trova insoddisfacente, si può aggiustare in bocca con "Il gabinetto del dottor Caligari" (o Caligaris, in accezione fantozziana :-), oppure con qualche opera a scelta di Akira Kurosawa :-)

      Ciao Frida, sorrisi felini :-)

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    3. :)))) Mi era arrivata prima la risposta di Frida che il commento di Gilli, quindi non capivo di che trappolone parlavate :D Mi piace molto la tua trama alternativa Gilli! Anzi, seriamente parlando secondo me il film ci avrebbe molto guadagnato se nella seconda parte avessero proposto il contrario: dopo che la Capotondi aveva fatto andata e ritorno nello stile superficial-belloccio (alias fighetto) toccava a Vaporidis (alias vaporizzatore :))) pentirsi dei suoi trascorsi e trasformarsi in super-alternativo, sforzandosi di apprezzare anche il cinema di spessore. Ripensandoci però non funziona: saranno i ruoli cui ci ha abituato, ma Vaporidis non riesco proprio a immaginarmelo con una faccia da intellettuale impegnato!
      ps: tra proverbi e gatti di stabilità mi hai ricordato una cosa che avevo inventato (forse per ricamarci su una di quelle storielle stile "fico secco, uva passa"): tanto va la gatta al ladro che ci lascia lo zerbino.

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    4. Abbiamo fatto un po' salotto fra i tuoi commenti, Kika :-)...non sei la sola ad aver sprecato i soldi del biglietto al cinema, è capitato spesso anche a me :-) la volta più eclatante, fu sempre in compagnia dei miei classici amici di sperimentazione linguisitica :-) quella però fu una scelta dettata dalla volontà di praticare una sorta di evento estetico paradossale, una botta di para-intellettualismo ribaltato :-)...in poche parole, ci andammo a vedere il film delle Spice Girls :-D...meriterebbe di scriverci un raccontino sul blog, magari ci faccio un pensiero :-)
      Graziosa la tua rivisitazione della gatta e lo zerbino :-)

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  4. non ho visto il film, come non vedo film italiani da parecchi anni a questa parte, trovo le storie sempre banali, le sceneggiature sempre tirate via alla bell'e meglio, la regia piatta e gli attori... pessimi. E non parliamo del montaggio e della presa diretta... La cosa che odio in assoluto di più del cinema italiano contemporaneo. Quindi immagino che anche in questo caso si tratti di un film completamente ignorabile (come tutto il resto o quasi! :P ). La Capotondi è molto carina e mi sta pure simpatica (ma infatti non è lei che sta con Andrea Pezzi? :P ), certo che hanno fatto su un bel lavoro per renderla una bruttina! Però il film mi pare proprio di una pochezza assoluta... e poi Vaporidis non lo sopporto (ma come non sopporto molti altri attori del nostro cinema.. purtroppo). Quindi.... passo. :)

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    1. Pensa che io all'epoca ci ho pure speso i soldi del biglietto :( Alla fine tra i film italiani non è neanche il peggiore, considerato che anch'io mal sopporto certe regie italiane degli ultimi anni (Muccino in primis, Moccia non parliamone neanche :)), il tempo me l'aveva fatto passare anche perchè la Capotondi è brava e sa catturare l'attenzione, ma il messaggio che ne esce è davvero di un cinismo assoluto. Tu di cinema ne capisci molto più di me e ti sai spiegare meglio al riguardo, non so quindi se le motivazioni del nostro disamore per il cinema italiano sono le stesse ma intuisco di sì; io non so spiegarmi il perchè, ma quando in TV danno un film italiano - di quelli dove compare sempre lo stesso giro di attori e attorucoli - mi viene subito da cambiare canale e cercare altro. Per fortuna frequentando un cinecircolo (di quelli di cui parlavate tu e Gilli, sì :)) mi capita di scoprire anche autori italiani di tutt'altro tipo: come Emanuele Crialese, Matteo Garrone o Luigi Lo Cascio che ha esordito come regista da poco (con "La città ideale", bello!). Ma si contano sulle dita di una mano...

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