Un paio di settimane fa vi avevo proposto "One day" come film in cui seguire le evoluzioni della moda insieme alla protagonista. Be', dopo aver visto ieri al cinema la storia di Adaline Bowman, la Emma di "One day" al confronto è una misera dilettante :)
Avete già sentito parlare di "Adaline - L'eterna giovinezza"?
Io ero rimasta vagamente affascinata dal misterioso trailer, poi dopo aver letto la trama ho deciso di passarci la serata... e non me ne sono affatto pentita. E' una storia d'amore e lacrime ma con un respiro più ampio, che si regge su un espediente a metà tra magia e fantascienza.
Avete già sentito parlare di "Adaline - L'eterna giovinezza"?
Io ero rimasta vagamente affascinata dal misterioso trailer, poi dopo aver letto la trama ho deciso di passarci la serata... e non me ne sono affatto pentita. E' una storia d'amore e lacrime ma con un respiro più ampio, che si regge su un espediente a metà tra magia e fantascienza.
Adaline (Blake Lively) è una bella ragazza dei nostri giorni; conduce un'esistenza forse un po' solitaria che le conferisce un'aria vagamente malinconica. Il suo look senza tempo riflette l'amore per il passato e per la storia, di cui si occupa peraltro nel suo lavoro di archivista. Ma Adaline nasconde un segreto: il suo corpo si è fermato all'età di 29 anni... alla fine degli anni '30. Adaline infatti è nata nel 1908.
L'inesplicabile (per la scienza attuale) causa della mutazione sta nelle particolari circostanze di un incidente automobilistico che la coinvolse. A prima vista questo "dono" sembrerebbe un miracolo meraviglioso, ma si rivela a conti fatti una condanna: l'eterna giovinezza è ben poca cosa quando tutto il resto del mondo scorre e si avvia al naturale declino. Adaline è costretta a fuggire continuamente per non destare sospetti, ma ancor più doloroso è il negarsi ogni legame d'amore duraturo, nella consapevolezza di non poter vivere insieme il trascorrere degli anni. Ma l'incontro con l'anima affine del bel filantropo Ellis (Michiel Huisman) metterà a dura prova la sua resistenza, anche grazie ad un colpo di scena che riaprirà la porta ai ricordi del passato.
L'inesplicabile (per la scienza attuale) causa della mutazione sta nelle particolari circostanze di un incidente automobilistico che la coinvolse. A prima vista questo "dono" sembrerebbe un miracolo meraviglioso, ma si rivela a conti fatti una condanna: l'eterna giovinezza è ben poca cosa quando tutto il resto del mondo scorre e si avvia al naturale declino. Adaline è costretta a fuggire continuamente per non destare sospetti, ma ancor più doloroso è il negarsi ogni legame d'amore duraturo, nella consapevolezza di non poter vivere insieme il trascorrere degli anni. Ma l'incontro con l'anima affine del bel filantropo Ellis (Michiel Huisman) metterà a dura prova la sua resistenza, anche grazie ad un colpo di scena che riaprirà la porta ai ricordi del passato.
Fresca della visione di "Adaline" posso dirvi che ne sono uscita in lacrime di commozione, cosa che non mi capitava da molto. Ma una commozione benefica, legata non tanto (o non solo) al romanticismo della storia d'amore narrata, quanto alla profondità in cui il film è sceso nella mia anima andando a toccare corde già particolarmente sensibili, in questo periodo, al Grande Argomento "vita-morte-scorrere del tempo". Non voglio influenzare la vostra personale visione dell'opera, mi limito a dire che su di me ha avuto un effetto catartico e mi ha, come dire, riconciliata con la nostra natura di esseri viventi... e mortali. Qui su questa Terra, un'esistenza eterna porterebbe con sè qualcosa di sostanzialmente innaturale e "sbagliato".
Ciononostante la vita di Adaline ha l'indubbio fascino dell'esperienza che attraversa più e più decenni... compresa l'esperienza della moda. E qui scendiamo nel regno della concretezza e della bellezza materiale - perchè alla fine la vita è fatta anche (e molto) di quello ;)
Adaline/Blake ci regala un excursus davvero impagabile sugli stili di quasi un secolo di moda, dagli anni '20 ai 2000 e oltre. Di decennio in decennio Adaline cambia identità e con essa si adegua alle mode del momento: abiti, trucco, acconciature ci raccontano l'accumularsi di tempo ed esperienze nella sua vita. Ecco, questo privilegio fashion è ciò che davvero invidio della sua immortalità.
Sempre giovane, bella e ben vestita, chi non ci metterebbe la firma? ;)
Per me, amante del vintage, sarebbe un sogno poter indossare tutti gli abiti e accessori di cui ha potuto disporre lei... ma proprio per ciò che significano, ossia per la Storia che portano con sè.
Noi ci dobbiamo accontentare di dar fondo a bauli della nonna e mercatini d'antiquariato, e lustrarci gli occhi con i costumi di film come questo. Dove peraltro Blake Lively è stupenda anche negli outfit del presente: forse perchè hanno anch'essi un sapore vintage, come se Adaline portasse con sè il meglio di tutto ciò che ha indossato nella sua lunga vita... come un tesoro e un ricordo di ciò che è stata.
Noi ci dobbiamo accontentare di dar fondo a bauli della nonna e mercatini d'antiquariato, e lustrarci gli occhi con i costumi di film come questo. Dove peraltro Blake Lively è stupenda anche negli outfit del presente: forse perchè hanno anch'essi un sapore vintage, come se Adaline portasse con sè il meglio di tutto ciò che ha indossato nella sua lunga vita... come un tesoro e un ricordo di ciò che è stata.
Buona visione!
Quasi quasi mi scordavo, presa com'ero dal tourbillon di abiti squisiti... :)
Ecco la soluzione del Librialcinema Quiz #5:
Ecco la soluzione del Librialcinema Quiz #5:
il personaggio è...
...Karen Blixen nel romanzo autobiografico "La mia Africa",
al cinema "La mia Africa" di Sidney Pollack
(interprete: Meryl Streep)
Gillipixel ancora una volta sei tu il meritato vincitore, che invece di riceve un premio
(ahimè non è ancora previsto....*) ci regala lui una piccola perla,
ricordandoci che "La mia Africa" è citato in un altro celeberrimo romanzo: "Il giovane Holden" di J.D. Salinger. Qui però l'autrice viene celata sotto lo pseudonimo di "Isak Dinesen".
Un bell'esempio di metaletteratura!
(ahimè non è ancora previsto....*) ci regala lui una piccola perla,
ricordandoci che "La mia Africa" è citato in un altro celeberrimo romanzo: "Il giovane Holden" di J.D. Salinger. Qui però l'autrice viene celata sotto lo pseudonimo di "Isak Dinesen".
Un bell'esempio di metaletteratura!
(...* ti bastano un paio di bacini metaletterari? :))
Ehehhehhe :-) grazie, Kika :-) i bacini metaletterari sono un premio bellissimo :-))) il contro-giochetto letterario in questo caso veniva bene, perché ho potuto riportare il brano del Giovane Holden omettendo solo il titolo...come hai ricordato, lì la Blixen è infatti citata con lo pseudonimo maschile che usò in alcune occasioni, Isak Dinesen...Dinesen era il suo nome da nubile, Blixen invece quello di suo marito, al quale aveva ben donde di non essere tanto riconoscente, avendole lui trasmesso la sifilide...
RispondiEliminaDev'essere molto bello il film che presenti oggi...mi sono piaciute le tue considerazioni, bella analisi...si pone nel filone di tanti film che giocano sul concetto di tempo e sul confronto con le sua "concretezze"...quando sono fatti bene, danno sempre spunto a riflessioni notevoli...
Bacini cronologici :-)
Infatti per un attimo questo cambio di nomi mi aveva confuso :))
EliminaBacini pseudonimi!