La bella fanciulla che vi presento quest'oggi, avvolta in un lucente mantello ambrato, fu ritratta nel '500 dal Parmigianino ed è stata identificata come Antea, sua modella e amante nel periodo trascorso a Roma.
Il dipinto è conosciuto come "Ritratto di giovane donna", perchè i critici non sono sicuri della sua identità. Nei primi tempi fu detto appunto che la ragazza era Antea, una famosa cortigiana romana (ora diremmo una escort :)) di cui il Parmigianino, giunto dall'Emilia, si innamorò. Poi però alcuni critici esperti di storia del costume fecero notare che gli abiti indossati erano piuttosto quelli in voga nelle corti dell'Italia settentrionale; e allora si cercò fra le dame delle varie famiglie nobili emiliane, specie di Parma vista l'origine dell'artista. Nessuno però è ancora riuscito a dare un nome certo alla misteriosa fanciulla, e allora... che Antea sia!
La storia del ritratto è avventurosa come la sua identificazione: attraversati i secoli approdò a Napoli, ma durante la Seconda Guerra Mondiale i nazisti lo trafugarono. Negli anni turbolenti della guerra il quadro passò da Berlino ad una miniera austriaca, dove finalmente nel '45 fu recuperato e riportato a Napoli: qui è rimasto, e qui si può ammirare all'interno del Museo di Capodimonte.
La pomposità delle vesti di Antea, la sua posa ieratica e l'espressione seria, le incongruenze nelle dimensioni delle membra: tutto rientra a perfezione nello stile rinascimentale manierista, di cui il Parmigianino è stato un importante esponente. Trasportare ai nostri giorni l'eleganza Cinquecentesca di questa giovane donna potrebbe sembrare un'operazione difficile e poco convincente; io ci ho provato spogliando il look della sua sontuosità e giocando piuttosto con le calde armonie dei colori. Ecco la mia proposta:
La storia del ritratto è avventurosa come la sua identificazione: attraversati i secoli approdò a Napoli, ma durante la Seconda Guerra Mondiale i nazisti lo trafugarono. Negli anni turbolenti della guerra il quadro passò da Berlino ad una miniera austriaca, dove finalmente nel '45 fu recuperato e riportato a Napoli: qui è rimasto, e qui si può ammirare all'interno del Museo di Capodimonte.
La pomposità delle vesti di Antea, la sua posa ieratica e l'espressione seria, le incongruenze nelle dimensioni delle membra: tutto rientra a perfezione nello stile rinascimentale manierista, di cui il Parmigianino è stato un importante esponente. Trasportare ai nostri giorni l'eleganza Cinquecentesca di questa giovane donna potrebbe sembrare un'operazione difficile e poco convincente; io ci ho provato spogliando il look della sua sontuosità e giocando piuttosto con le calde armonie dei colori. Ecco la mia proposta: