lunedì 15 ottobre 2018

Il filo nascosto [moda+cinema]

Visto che eravate da troppo digiuni di questa rubrica ve ne presento due post di fila ;)
L'idea per quello di oggi mi è venuta in una vera sala cinematografica, mentre assistevo alla proiezione de "Il filo nascosto".
Ho subito avuto chiaro che fosse un film perfetto per i nostri appuntamenti tra moda e arte: il protagonista è un sarto-stilista inglese degli anni '50 (all'inizio credevo realmente esistito, invece è di pura invenzione ma plausibile come personaggio ) circondato da abiti lussuosi, clienti facoltose e... una giovane musa, conosciuta come cameriera e divenuta presto la donna del suo destino (in molti sensi).




Non vi anticipo troppo di quest'opera che va gustata poco per volta, senza lasciarsi smarrire dall'iniziale lentezza e dal comportamento sentimentale alquanto bizzarro dei protagonisti. Lui, il grande stilista Reynolds Woodcock (un ancora più grande Daniel Day-Lewis), perfezionista, ossessivo e scapolo incallito; lei, la dolce e perseverante Alma (la da noi quasi sconosciuta Vicky Krieps); e l'altra, l'austera sorella di Reynolds con cui da sempre egli vive in simbiosi (Lesley Manville).


Per quanto riguarda i vestiti devo ammettere che non ho molto amato le creazioni di Reynolds. Sono tipici esemplari di quegli abiti da sera anni '50 pomposi, neo-rinascimentali e "ingombranti" che non mi sono mai piaciuti, ma in più hanno un che di fosco e inquietante che peggiora la situazione. O forse è l'atmosfera del film a farmeli sembrare così? Boh! So solo che mi danno la sensazione di abiti da matrigna cattiva delle fiabe XD



Lascio giudicare a voi consapevole che ognuno ha i suoi gusti, ma soprattutto che al di là dell'apprezzabilita' estetica e della resa storica certi costumi scenici hanno il compito di fungere da simboli. E questi lo svolgono egregiamente. 














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