Arrivo nelle ultime ore di questa giornata con un po' di fiatone a consegnarvi il post del venerdì: la puntualità non è il mio forte in tante altre situazioni, ma qui ci tengo a rispettare il nostro appuntamento con l'arte (e la moda, naturalmente)!
"Ballo al Moulin Rouge" ci trasporta immediatamente nella Parigi fine '800 e non a caso: questo quadro è opera di Henri de Toulouse-Lautrec, il re della Parigi bohémienne e artistica che aveva il suo cuore nel quartiere di Montmartre.
La vita notturna degli artisti ruotava attorno al Moulin Rouge, locale di spettacoli danzanti situato nel quartiere di Pigalle (accanto a Montmartre). Chi è stato a Parigi avrà sicuramente fatto tappa davanti a questo famosissimo locale riconoscibile per le pale rosse da mulino; eh già, perchè fu ricavato proprio all'interno di un vecchio mulino, così come un altro noto ritrovo della Parigi fin de siècle, il Moulin de la Galette. Mentre quest'ultimo, di poco precedente, venne immortalato dall'impressionista Renoir, il Moulin Rouge divenne il soggetto di numerosi quadri del post-impressionista Toulouse-Lautrec.
Non poteva essere altrimenti: Lautrec praticamente ci viveva al Moulin Rouge, beato tra le donne (allegre e disinibite ballerine di can can) e tra i fumi dell'alcool - molto probabilmente i fumi verdi dell'assenzio, la famosa "fata verde" tanto di moda tra gli artisti e i bohèmiens dell'epoca.
Non voglio sminuire il personaggio, anzi; è arcinoto che Lautrec, pittore di nobili origini e di sfortunata costituzione, era un gran bevitore e un ammiratore delle bellezze femminili. Ma è proprio questo suo vivere densamente la vita nei suoi aspetti più terreni a dare forza e corpo alla sua arte. Le sue scorribande nella Ville Lumière le immagino come un esaltante miscuglio di Alto e di Basso, di sbronze colossali e di discorsi illuminanti sull'Arte, di vicoli bui e di luci rutilanti... come quelle del Moulin Rouge, dove un incessante svolazzare di gonne celebrava a suon di musiche incalzanti la gioia della vita e dell'amore.
Tutto questo mondo è entrato nei quadri di Toulouse-Lautrec e ci resterà per sempre, come la ballerina in calze arancioni che si scatena nel "Ballo al Moulin Rouge". Tutt'intorno si aggirano uomini in completo scuro e tuba in testa, quasi a farle da corona e cornice. Uno di loro si è buttato nelle danze fa tanta simpatia: lungo lungo magro magro, con quelle gambe che paiono snodate a contrasto col busto impettito... mi fa venire in mente certi signori di oggi che scendono sulle piste di ballo liscio, che all'inizio ti fanno quasi ridere a vederli ma poi ti sorprendono per leggerezza e bravura. Tutto il contrario della signora in primo piano, la dama in rosa tutta bardata e sussiegosa: la sua immobilità fa da contrasto allo svolazzare della ballerina e non sembra possibile che potrebbe mai imitarla. Ma chissà, forse in quello sguardo abbassato si nasconde proprio il desiderio proibito di lanciarsi anche lei in questa sorta di "dirty dancing" ottocentesco ;)
La protagonista per me rimane comunque la danzatrice dai capelli e calze color di carota: vogliamo scoprire insieme l'outfit col quale impersonarla ai giorni nostri?